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«Scrivere per placare l'inquietudine del presente, e inevitabilmente per colmare un vuoto, consapevole del pericolo, immaginando un silenzio che non sapevo e che ho imparato a conoscere. In ascolto del respiro e della parola che sgorga poi, come purificata dopo il non dire. Il silenzio pare sterile se non lo si sa ascoltare. Ci vuole buon orecchio e cuore addestrato, e ci vuole il tempo. Non aver avuto il tempo mi inquieta. Non essere stato in quel tempo, in quel tempo frantumato, non aver capito l'essere solitudine, mi inquieta.

E mi manca sufficiente l'energia per sostenere il giorno. Cercherò la solitudine in me, raccoglierò la cura, la benedetta notte pur da un unico lato del letto. Abdico al desiderio consapevole che se mai, mi troverà pronto ora, mi troverà seduto al ciglio della strada, in attesa, con libere intenzioni, con nuove parole intime più leggere da sussurrare...»

Versi sciolti, pensieri che affollano la mente e trovano uno spazio e un ritmo, emozioni che rimbalzano sulla carta e colpiscono amplificandosi, in un continuo perdersi e ritrovarsi. Forse non poesie nell’accezione classica, ma pennellate di riflessioni e contraddizioni, in un caleidoscopio che è parola, colori e musica.