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I racconti di Serena Corrao sono un’esplosione di sensualità, non priva di una missione filosofica: risvegliare la Vita e la creatività negli esseri umani. Un eros – come scrive il poeta venezuelano Javier Lasarte Valcárcel, coinvolto nella finzione di
un infuocato scambio epistolare con l’autrice – «fantastico ed elegante che anima di passione vitale la raccolta. Un eros mai
banale; dolcissimo quanto più si fa violento, delicatissimo quanto più si fa bramoso. A volte erudito, a volte ironicamente sfrontato».

Ma tante sono le sue declinazioni, di racconto in racconto. In Lettera a Sergio alimenta una bruciante metafora, che si fa cifra poetica alludendo alla tradizione archetipica provenzale. Nelle Tre grazie o in Prima coniugazione si traduce in scoperte movenze della sensualità, stemperate da leggerezza e composta armonia, nutrita di rimandi colti, tra mito e letteratura.

Emblematico il racconto di chiusura, Creazione, in cui un Dio potente ma privo di iniziativa e fantasia lascia il posto a Eva, creatrice di se stessa e del proprio complemento, Adamo. Una riscrittura del Genesi, che esplicita una delle possibili chiavi di lettura della raccolta: l’eros è potenza creativa e ne è portatrice primariamente la donna; l’uomo da lei deriva e la riconosce come guida principale dell’evoluzione esistenziale di entrambi.